Franco Pacini


In occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Franco Pacini, astrofisico delle alte energie e, per diversi anni, direttore dell’osservatorio astrofisico di Arcetri, l’Istituto Raffaello ha voluto ricordarlo ospitando una conferenza sulla sua figura di uomo e di scienziato. Infatti, prima di essere stato un grande astrofisico, Franco Pacini è stato studente del Liceo Classico Raffaello, a dimostrazione del fatto che in realtà anche studi umanistici possono essere alla base di carriere scientifiche.
Sono intervenuti Gianluca Maria Guidi e Catia Grimani, docenti dell’Università Carlo Bo di Urbino e l’astrofila Antonina Speziale, che hanno coinvolto un’attenta platea di studenti nel racconto dei segnali che ci giungono dalle stelle nel corso della loro evoluzione, partiti molto tempo fa, come lettere da un passato che Franco Pacini ha saputo interpretare con sguardo visionario.

Era l’11 novembre 1967 quando pubblicava, all’età di 28 anni, un fondamentale articolo nel quale, studiando la Nebulosa del Granchio, che è il risultato dell’esplosione di una supernova avvenuta 7500 anni fa e vista dalla Terra nel 1054, Pacini teorizzava l’esistenza di particolari oggetti celesti chiamati in seguito pulsar, cioè stelle di neutroni in rapida rotazione la cui radiazione elettromagnetica viene osservata sotto forma di impulsi ad intervalli regolari. La scoperta delle pulsar ad opera di una dottoranda britannica, Jocelyn Bell, sarebbe stata ufficializzata poco tempo dopo.

Oltre ad essere ricordato come uno dei più grandi astrofisici italiani, Pacini è ancora oggi amato da tutti gli urbinati, come in passato, quando nel 2002 la città di Urbino gli ha conferito la cittadinanza onoraria, ad ulteriore testimonianza del suo forte legame con il nostro territorio, sicuramente creatosi grazie anche alla sua solarità, umiltà e semplicità.
“Aveva un modo di rivolgere lo sguardo al cielo con il trasporto di un bambino, una grande capacità di mescolare emozione e sapere: trasmetteva una conoscenza che subito richiamava lo stupore arcaico verso la natura dei corpi celesti, e, soprattutto, stimolava il desiderio di saperne di più.”
Così lo ricorda la professoressa Speziale, a conclusione della conferenza che ha regalato ai ragazzi l’immagine di un grande uomo dietro quella di un grande scienziato.
Lavinia Corrieri ( 5AC)
Marianna Gostoli ( 5AC)